domenica 18 luglio 2010

Pensavo alle cose che facciamo accadere un po' a caso. Non mettiamo le frecce e svoltiamo senza preavviso. Solo per provare l'ebrezza del cambiamento, solo per sentire sulla pelle cosa vuol dire non avere una meta. E ci ritroviamo felici e piangenti. Perché abbiamo il mondo intero, anche se non abbiamo niente.

2 commenti:

  1. Programmare la vita non serve. Berla fino in fondo, sì. Perchè è breve, perchè non va sprecata.
    Insopportabile

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  2. Vero. Ma pensavo a tutte le cose fatte d'istinto ultimamente. Molte, forse troppe.
    Quanta gioia mi hanno dato nell'immediato. Mi sono sentita padrona indiscussa delle mie scelte, di me stessa.
    Ma il giorno dopo? Bè, il giorno dopo c'era sempre un grande vuoto. Perchè erano scelte senza continuità, erano scelte che si occupavano solo del presente.
    E allora, non so più cosa sia giusto.

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