Faccio sogni più reali di quel che vivo. E quel che vivo, bè non è di certo un sogno.
mercoledì 23 giugno 2010
Le cose...
Le cose sono leggere. Volano via. Un attimo son qua. L'attimo dopo non sai più dove siano, le cose. Ne senti l'odore, ne vedi il ricordo, ne senti il fruscio. Ma loro, le bastarde, se ne sono andate senza voltarsi, senza guardarti un'ultima volta. E tu sei lì ad aspettarle di notte, di giorno. Perché la leggerezza con cui se ne sono andate, non ti da pace.
martedì 22 giugno 2010
La mia città
Camminavo nella città fatta di nebbia. E il vecchio mi guardava, sola che ero. Sentivo il peso dei suoi anni e il dolore delle sue mani. Lui deve aver visto l'opacità dei miei occhi. Ci siamo guardati, son stati attimi, e lui mi ha dato un po' del suo dolore per prenderne parte del mio. La notte fa anche questo. Fa conoscere estranei che si confondono.
lunedì 21 giugno 2010
domenica 20 giugno 2010
Assenze
Mi manca quel quadratino di carne. Proprio quello, quello che sta in mezzo al petto. Quello che quando ti viene da piangere ti avverte. Me l'hanno rubato, un giorno. E ora ci passa il vento lì in mezzo, e brucia un sacco. E fa male, e sembra sempre che voglia dirmi qualcosa, quel quadratino di carne che non c'è.
sabato 19 giugno 2010
Le risate isteriche.
Dietro ad ognuna di esse c'è un giornata andata male, una speranza tradita, un affetto perduto, una gioia conclusa. La mente impazzisce e le parole perdono il loro significato. E tu sorridi pure di me che non so più quel che faccio e quel che dico. Ridi di me, ma cerca di capire. Le lacrime non sono fatte solo di rugiada.
Dove sei?
Cerco un luogo,
un luogo in cui poter urlare quello che mi va.
Non necessariamente un luogo fisico, la cosa importante è che sia grande, molto grande.
Perché di cose da urlare ne ho molte.
Urlerei tutta me.
Mi manca quel quadratino di carne. Proprio quello, quello che sta in mezzo al petto. Quello che quando ti viene da piangere ti avverte. Me l'hanno rubato, un giorno. E ora ci passa il vento lì in mezzo, e brucia un sacco. E fa male, e sembra sempre che voglia dirmi qualcosa, quel quadratino di carne che non c'è.
giovedì 17 giugno 2010
Non puoi fuggire.
Ho sempre odiato come mio padre tagliava il formaggio. Oggi mi sono scoperta a tagliarlo nello stesso modo.
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